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NERI POZZA

Il bambino

Massimo Cecchini

  • Listino: € 18.00
  • Data Uscita: 17/06/2022
  • EAN: 9788854524200

Il Bambino è un romanzo che lascia dei segni profondi. Il Bambino oggi ha quasi sessant'anni. Per tutta la sua esistenza è vissuto in una famiglia che ha protetto il suo handicap neonatale, immolandosi completamente: perdendo denaro, vita, carriere senza alcun rimpianto, senza avere dubbi. Il Bambino, che si chiama Angelino, non parla, non si ha certezza intenda quello che gli si dice, è autolesionista, ha perso la vista colpendosi ripetutamente le tempie con i pugni. E ha obbligato i genitori a continui viaggi notturni, per centinaia di chilometri, ogni notte, con il bel tempo e con la neve: perché è l'unico modo per farlo stare calmo. Il Bambino è una storia vera, raccontata senza filtri, con una scrittura asciutta e aspra. La vicenda si snoda dagli anni Sessanta del secolo scorso per arrivare fino ai giorni nostri, e racconta la parabola di una coppia che sceglie la strada di un amore impervio e dirompente. Pietro e Anna Bonaventura, giovani appartenenti alla borghesia romana, sembrerebbero essere il paradigma della consuetudine finché non irrompe nella loro vita Angelo, il loro unico figlio. Angelo calamita attorno a sé l'attenzione e la cura incessante di tutta la famiglia, anche perché le sue patologie, con il passare degli anni, si aggravano, rendendo necessario l'aiuto di un numero sempre maggiore di persone per la sua gestione. Così nella vita di Pietro, Anna e Angelo entrano una serie di personaggi, prime fra tutte due domestiche filippine, Nora e Roselyn, che accompagneranno i Bonaventura per gran parte della loro vita. L'altro protagonista del romanzo è Lorenzo, il giovane autista di cui Angelo ha bisogno quotidianamente. Questo è un romanzo sulla tenacia, sulla dedizione, ma anche sull'insensatezza. Un libro estremo che ci lascia indifesi di fronte al peso di un dramma esistenziale che non ha mai vie di uscita. Come fosse un destino scritto da un dio impazzito.

Proposto da Cesare Milanese al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:
«Sia come sia, quello che conta, alla fine, è il poter constatare che il miglior merito di questo libro (oltre all’effetto di stupore che esso suscita per l’aver saputo affrontare un simile caso da aberrazione del possibile dell’umano: il contenuto in sé del libro) consiste soprattutto per il suo risultato ottenuto in termini di qualità della scrittura: perciò principalmente nel suo esito precipuamente letterario. Trattandosi di una qualità di scrittura che pur occupandosi di un caso considerato e analizzato con estrema precisione e con esatta puntualizzazione, anche nei suoi aspetti che potrebbero apparire psicologicamente e umanamente scostanti, risulta essere, nella sua essenza di scrittura, nitida e pura, come un pregevole esempio da letteratura egregiamente riuscita. Una forma di scrittura che (pur dovendo rappresentare un tipo di vicenda e una qualità di materiale, che inducono di per sé al dover suscitare effetti di orrore e di pietà) considerata sul piano della elaborazione essenzialmente stilistica, risulta essere, invece, del tutto immune e del tutto libera, tanto dagli effetti d’orrore quanto dagli effetti di pietà. E tutto ciò pur sapendo dare, e rendere, presenza attiva e partecipativa sia alla componente dell’ orrore e sia a quella della pietà; e per di più sapendosi avvalere di una forma di scrittura, appunto, che si potrebbe definire, non tanto della neutralità (da intendersi come indifferenza sia nei confronti dell’orrore e sia della pietà), bensì come assunzione di una «scrittura dell’impersonalità» che questi due effetti contrapposti li tiene compresenti entrambi, mettendoli tra parentesi per neutralizzarli come tali, pertanto trascendendoli.»