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LA NAVE DI TESEO

Domani e per sempre

Ermal Meta

  • Listino: € 20.00
  • Data Uscita: 19/05/2022
  • EAN: 9788834609859

Kajan ha avuto una fortuna rara, un talento indiscusso per il pianoforte, e una sfortuna tragica: nascere nel corso della Seconda Guerra Mondiale, in Albania. E il 1943 e Kajan vive in una fattoria con la famiglia e con suo nonno Betim nella campagna albanese. I suoi genitori sono partigiani e sono sulle montagne a combattere contro i nazisti. L'esistenza di Kajan scorre in qualche modo al riparo dalle atrocità belliche, fino a che un giorno un disertore tedesco di nome Cornelius bussa alla loro porta, cercando rifugio. Il soldato è un abile pianista e il piccolo Kajan decide di approfittarne per imparare; si rivela un allievo disciplinato e talentuoso, e sviluppa un rapporto di affetto viscerale con il soldato, Poco prima della resa dei tedeschi, una truppa di nazisti invade la fattoria. I tre ascoltano impotenti gli spari, nascosti in una botola sotterranea. La tensione cresce fino a quando i tedeschi non scoprono il loro nascondiglio: è lì che Cornelius esce fuori senza esitazione e ancora una volta, uccidendo i suoi connazionali, salva la vita di Kajan. Betim, però, è rimasto mortalmente ferito dagli spari. È la notte della liberazione dell'Albania. Cornelius ha la possibilità di tornare a casa, in Germania, con l'aiuto di Selie, la madre di Kajan, leader di un comando di partigiani che ha molto peso nel partito. Quindici anni dopo circa, Kajan è divenuto uno stimato professore di musica, a soli 20 anni, per merito del suo prodigioso talento. Ama, ricambiato, una sua alunna di nome Elizabeta. Ma c'è un problema, accentuato dalla figura della rigida e irreprensibile madre Selie, ormai elevata agli alti ranghi del novello regime comunista: Elizabeta è la figlia di un traditore. La guerra che Kajan pensava finita sta per iniziare in una nuova forma con nuovi nemici.

COME COMINCIA
"Nonno, dov'è la guerra?"
"La guerra è lontana da qui, Kajan. Finisci la tua cena."
"Perché noi non la vediamo?"
"Perché non ci interessa. Io sono troppo vecchio e tu sei troppo piccolo," rispose Betim sorridendo.
"È per questo che Mami e Babi non sono qui con noi? A loro la guerra interessa?"
"No, figliolo, sono loro che interessano a lei."
"Perché?"
"La guerra nasce prima nella mente di pochi, poi in quella di molti, poi dalle menti passa alle mani e alle gambe e da lì si sposta negli occhi. E poi, anche quando finisce, negli occhi rimane. Resta lontano dalla guerra, Kajan, non guardarla mai, è una cosa brutta, io lo so."

Proposto da Furio Colombo al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:
«"Mi ha molto colpito Domani e per sempre (La Nave di Teseo), esordio narrativo del cantautore Ermal Meta che oggi ha 41 anni e arrivò in Italia dall’Albania quando ne aveva 13. Il protagonista si chiama Kajan ed è un ragazzo che vive in una fattoria con il nonno, mentre i genitori partigiani sono sulle montagne a combattere i nazisti. La sua vita cambia il giorno in cui arriva un disertore tedesco, che si rivela un bravo pianista e introduce il ragazzo all’arte della musica. Mi ha anche colpito che un giovane uomo come Ermal Meta, ormai affermato e di successo, abbia deciso di confrontarsi seriamente con la storia." Uso queste righe scritte da Liliana Segre su «Oggi», la sua rubrica per una volta è diventata recensione, perché questa recensione in poche righe contiene le ragioni per cui questo primo libro del giovane cantautore merita l’attenzione di un Premio come lo Strega. Infatti è il documento di un ragazzo che, dal fondo della povertà e del pericolo, afferra la musica (imparare la musica) per cominciare a esistere, una persona giovane che trapassa quasi magicamente il muro della origine e della estraneità per diventare italiano senza andare in esilio, una persona forte da piccolo e da adulto, con una e con l’altra appartenenza, con la musica e poi con il libro che vale la pena di conoscere. I protagonisti del nuovo autore meritano l’attenzione di un premio letterario perché affrontano con coraggio le condizioni che tormentano la vita di un popolo durante una guerra: la solitudine, la paura, l’ignoto, il peso del potere arbitrario che rende impotenti e hanno nella lotta di liberazione il solo strumento. Nel percorso, certamente riuscito, adottato da Meta, è il bambino che narra, ma con la visione del giovane adulto che ha scavalcato due grandi ostacoli: essere libero e poter raccontare che cosa vuol dire non esserlo. Il risultato che l’autore raggiunge è che varie storie straordinarie si sovrappongono, quella del bambino insieme terrorizzato e coraggioso, quella del nonno protettore che segna con chiarezza il passaggio della storia, quella del soldato ribelle e musicista, che ha cioè molta esperienza di una vita per molti mai intravista, conosce lo stato d’animo di terrore, attesa e speranza, ma anche un carico di esperienza ignota, e apre al più piccolo dei protagonisti la porta splendida dell’arte. Il rapporto con la musica dell’autore conta, nel libro, perché dà alla narrazione un respiro calmo e una espressività allo stesso tempo semplice e piena di notizie che inducono il lettore a vivere l’esperienza dei suoi personaggi come se fossero contemporanei, dunque sotto la cappa di un presente pauroso ma con il carico di una attesa che in certi momenti diventa festosa. Perciò è bene che questo libro rimanga con noi, identificato da un riconoscimento che merita.»